L’orizzonte, in un carcere, finisce con un muro. Grigio.

Alessandro Ciambrone dipinge ciò che non si può toccare: la speranza di chi vive dietro le sbarre. Il colore scivola oltre il giudizio, oltre i confini, oltre le storie che nessuno ascolta. Intorno a lui, detenuti, studenti, operatori: presenze che cambiano la destinazione di un luogo severo, trasformandolo in un cantiere di umanità.

Il documentario segue giorno e notte, passo dopo passo questa metamorfosi fino ad arrivare al Guinness World Records, il murale più grande del mondo ad opera di un singolo artista.

La prigione si apre, almeno per un istante. La città osserva, sorpresa: l’arte può rendere più grande ciò che è nato per costringere. 

La libertà non è un’assenza di sbarre. È la nascita di uno spazio nuovo dove nessuno osa guardare.